Tutti pazzi per la Chetogenica (?)
Per dieta chetogenica si intende un tipo di alimentazione che spinge l’organismo ad entrare in chetosi.
La chetosi è uno stato metabolico in cui il corpo, in assenza di carboidrati, utilizza i corpi chetonici (derivanti dal metabolismo dei lipidi) come substrato energetico.
La dieta chetogenica nasce in ambito medico negli anni ‘20 del Novecento per contrastare l’epilessia farmaco-resistente nei pazienti pediatrici; condizione per la quale si rivelò molto efficace.
Negli anni ‘90 iniziò a diventare “famosa” per le sue applicazioni anche a scopo dimagrante.
Per circa un decennio, le opinioni scientifiche in merito all’efficacia e alla sicurezza di tale dieta sono state contrastanti, ma dagli anni Duemila, gli studi a favore della cheto dieta sono stati via via più numerosi.
È stato visto infatti che, oltre ad essere un valido strumento per il dimagrimento rapido, aiuta a migliorare la sensibilità insulinica nella sindrome metabolica e a prevenire l’insorgenza di patologie neurodegenerative. Viene inoltre utilizzata per contrastare le cefalee croniche, in preparazione a interventi di chirurgia bariatrica e può essere un aiuto in più nei percorsi di PMA.
È un regime normoproteico, in cui la quantità di proteine da assumere (attraverso alimenti e/o integratori) viene rigorosamente calcolata in base al fabbisogno del paziente (no carne o pesce “a volontà”), la quota di carboidrati deve rimanere sotto una bassissima percentuale ed i grassi possono variare, a seconda dello scopo della dieta (dimagrante, per paziente sottopeso o come dietoterapia). Può essere dunque ipocalorica, normocalorica o ipercalorica.
Quanto dura?
La fase propriamente chetogenica dura 3-4 settimane, alle quali seguiranno fasi specifiche di reintroduzione graduale degli alimenti.
Cosa prevede una giornata tipo?
In generale, si potrà scegliere una colazione “dolce” con shaker di proteine in polvere con cacao amaro o caffè oppure salata, con alimenti come prosciutto DOP, salmone selvaggio uova o avocado. I pasti principali prevedono il consumo di carne, pesce, uova, alcuni formaggi, verdure (anch’esse ahimé ben dosate!) e olio extra vergine d’oliva e agli spuntini frutta secca, semi, cioccolato fondente, verdure crude al pinzimonio.
È importante mantenersi ben idratati ed è consigliato assumere alcuni integratori di vitamine e sali minerali.
È concesso un “pasto libero”?
Purtroppo no. Non soltanto un intero pasto, non è possibile assumere nessun alimento che non sia previsto nel Piano Alimentare; un biscotto, un caffè zuccherato, una caramella, una fetta super sottile di pane, causerebbero l’uscita dalla chetosi e vanificherebbero tutto il sacrificio (e il beneficio) ottenuto fino a quel punto.
Ci sono effetti indesiderati?
Durante il passaggio da metabolismo glucidico all’utilizzo dei corpi chetonici, per due o tre giorni si potrebbero avvertire un leggero “sfasamento” mentale e un po’ di astenia che poi però scompaiono, lasciando il posto ad una maggiore lucidità, energia e un senso della fame molto attenuato.
È sconsigliata in pazienti che presentano determinate patologie (es. insufficienza cardiaca, renale, epatica, diabete di tipo 1, malattie psichiatriche) e in gravidanza e allattamento.
È inoltre assolutamete sconsigliato il fai da te, non solo perché si rischierebbe di assumere una quantità di cibo e proteine inadeguati al proprio fabbisogno ma soprattutto perché, se impostata male, si farebbe “molta fatica per nulla”.
È importante affidarsi a figure competenti (medico nutrizionista, dietista e biologo nutrizionista) che sappiano elaborare un Piano ad hoc per ogni persona.
La mia personale opinione
Credo nelle potenzialità della chetogenica, mi capita di proporla al paziente ed otteniamo (quasi sempre) degli ottimi risultati. Quello che non faccio mai però è consigliarla come primo approccio; è un regime alimentare rigido e poco vario (o comunque meno vario di una dieta bilanciata “classica”), per portarla avanti è necessario essere fortemente motivato e “rigare dritto”. Inoltre non mi piace che sia vista come una “strada facile” per il dimagrimento, uno schema drastico da seguire per un mese e per poi tornare alle vecchie abitudini.
Ci tengo che i miei pazienti migliorino il proprio stile di vita, correggano le abitudini errate e imparino a mangiare in modo equilibrato, senza privazioni ma inserendo ogni cosa con il giusto criterio.
La chetogenica per me è un po’ come un asso nella manica, da giocare quando le strategie precedenti non stanno dando i risultati desiderati e dopo aver conosciuto e compreso al meglio il paziente che ho davanti, negli aspetti comportamentali e psicologici con cui approccia al cibo e nelle sue esigenze quotidiane.
È anche vero che spesso, proprio i pazienti che trovano maggiori difficoltà nel “resistere alle tentazioni” con un regime alimentare più convenzionale, durante la chetogenica riescono ad essere più rigorosi proprio per il divieto di sgarrare ed inficiare lo scopo della stessa.
Ma tranquilli che non ve la proporrò MAI dopo il primo colloquio 😉
PS: ovviamente esistono le eccezioni, casi in cui un paziente richiede specificamente un piano chetogenico a scopo terapeutico (es cefalea cronica)… quello è un altro discorso ed ovviamente ci sta 😉
Se avete domande, curiosità o esperienze personali che volete condividere, scrivete nei commenti sotto 🙂
Dott.ssa Cristiana Sberna